martedì 28 aprile 2009

Song #1

"Polvere si mischia in quest'anima resa leggera da un'improbabile idea"

(cit. Spasimo -Rezophonic)









Link

http://www.rezophonic.com

http://www.myspace.com/rezophonic

http://it.wikipedia.org/wiki/Rezophonic

giovedì 23 aprile 2009

FW: la sagra della beneficenza

e qui la risposta di Adriano Sofri sulla "Repubblica":

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=LDYU5

la sagra della beneficenza


Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda. Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera.

Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.Non do un euro perché è la beneficenza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficenza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no.

Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese. E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella. C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?

Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano2, al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente? Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.


Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.


Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima? Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto. Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me.

Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia. Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno.

Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia. Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso. Come la natura quando muove la terra, d’altronde.



Giacomo Di Girolamo

lunedì 20 aprile 2009

poesia #3


I FIUMI
Cotici il 16 agosto 1916

Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna

Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato

L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua

Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole

Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo

Il mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia

Ma quelle occulte
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità

Ho ripassato
Le epoche
Della mia vita

Questi sono
I miei fiumi

Questo è il Serchio
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.

Questo è il Nilo
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure

Questa è la Senna
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumi
Contati nell’Isonzo

Questa è la mia nostalgia
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch’è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre


(da Allegria - G.Ungaretti)



3 VERSI DI QUESTA POESIA MI HANNO INSPIEGABILMENTE COLPITA

MI TENGO A QUEST'ALBERO MUTILATO

MI SONO RICONOSCIUTO
UNA DOCILE FIBRA
DELL'UNIVERSO

LA MIA VITA MI PARE
UNA COROLLA DI TENEBRE



il 1° verso probabilmente mi ha colpita perchè in mezzo a tanta acqua emblema del rinascere, della vita emerge questo albero dilaniato che fa da appiglio alla vita, come se ci fosse la necessità di rimanere attaccati fino all'ultima scintilla vitale


il 2° mi è piaciuto in modo spasmodico perchè parla dell'appartenenza ad un equilibrio in cui la tradizionale contraddizione uomo-natura leopardiana sparisce lasciando posto ad un armonia in cui l'uomo può trovare un proprio senso, una spiegazione alla propria esistenza


il 3° è stata la rivelazione della poesia, un finale esplosivo che descrive la vita come un fiore, i cui petali sono circondati da petali cupi, ignoti, un pò come se noi fossimo lo stigma di un fiore circondato da un futuro misterioso, inconoscibile che con il suo color giallo sprizzasse luce ed energia ingabbiata in questo buio

Pasolini intervista Ungaretti

mercoledì 15 aprile 2009

pensieri & parole



oggi ho pensato che:

  1. 1. forse passare un pomeriggio vestiti alla William Wallace in un campo a scrivere numeri sul quaderno di matematica sia qualcosa di pazzo, poi ci ho ripensato e no, non è nulla di così straordinario, è una cosa come tante solo che nessuno lo fa più e probabilmente è ciò che l'ha reso così speciale;


  2. che sapere che qualcuno riesce a vivere in questo mondo perfettamente mi rende nervosa, io vorrei uscirci costantemente; forse Pirandello aveva ragione, anzi quasi certamente l'aveva, siamo solo maschere, si può essere, ma io la mia la voglio buttare via;


  3. che andare al pronto soccorso perchè un tuo caro ha avuto una serie di complicazioni, attendere una risposta e assistere a quel improponibile spettacolo del Grande Fratello 9 perchè 2 cafoni lo vogliono guardare sia una cosa inamissibile, cioè guardatevi pure la vostra tv spazzatura, i programmi fatti su misura per voi a casa vostra ma almeno certi obrobri televisivi risparmiateveli soprattutto se siete in un luogo pubblico dove le persone stanno male; mah, forse sono solo io con seri problemi mentali che non riesco a cogliere l'importanza di vedere 12 persone in una casa che trombano come conigli, fumano come turchi e bevono litri di alcolici, si saranno anche idoli, star, esempi da seguire, emulare sisi...però tutta questa "smania" di diventare come loro a me continua a fare ribrezzo.
    poi ribadisco sarò io con qualche problema ma credo che no, non possiamo andare avanti così nononono, non si può avere una televisione che non è più solo spazzatura e proprio un bidone dello sporco, una discarica, si passa dai reality agli show di canto, ai quiz pilotati, ai tg in cui ti danno le notizie a loro modo, ad un sistema d'informazione che fa schifo in cui mettiamo per primi il trittico " Corona-Moric-Belen", "Birillo - Il cane abbandonato" e "l'assalto alla casa delle api della presidentessa a stelle e strisce Michelle", non lo so solo a me sembrano eventi marginali????

  4. che forse sono una persona egoista ma che le immagini del terremoto in Abruzzo nei telegiornali non riesco più a vederle e come alternativa ho solo quella di cambiare canale, ormai non si tratta più di dare notizie, bensì di intervistare povere persone che hanno perso tutto, affetti, beni materiali, una vità a cui vengono poste domande del tipo "come sta?", e il 97% piange per un buon motivo e fa il resoconto di cosa/chi ha perso.
    Io guardo attonita, mi viene un po' di magone e cambio, ma perchè nessuno non vi è nemmeno una persona che risponda con un bel vaffanculo?????


martedì 14 aprile 2009

poesia #2


Le goût du néant
Morne esprit, autrefois amoureux de la lutte,
L'Espoir, dont l'éperon attisait ton ardeur,
Ne veut plus t'enfourcher! Couche-toi sans pudeur,
Vieux cheval dont le pied à chaque obstacle bute.
Résigne-toi, mon coeur; dors ton sommeil de brute.
Esprit vaincu, fourbu! Pour toi, vieux maraudeur,
L'amour n'a plus de goût, non plus que la dispute;
Adieu donc, chants du cuivre et soupirs de la flûte!
Plaisirs, ne tentez plus un coeur sombre et boudeur!
Le Printemps adorable a perdu son odeur!
Et le Temps m'engloutit minute par minute,
Comme la neige immense un corps pris de roideur;
Je contemple d'en haut le globe en sa rondeur,
Et je n'y cherche plus l'abri d'une cahute.
Avalanche, veux-tu m'emporter dans ta chute?
(da "Le fleurs du mal"- Charles Baudelaire)

domenica 12 aprile 2009

schizzofrenia amorosa tututu dadadada


L’essere vulnerabili ti rende schizzofrenico…l’amore ti rende schizzofrenico….cosa più dell’amore ti può far sentire così fragile..hai posto te stessa nelle mani di un essere umano che può frantumarti con un soffio…ma vale la pena correre questo rischio?
La morte dei sensi per cosa?
La morte della psiche per cosa?
Per una droga...diciamo che sei il mio tipo preferito di cocaina..e questa lontananza…questa distanza…questa gelosia…mi stanno trascinando in un trip troppo grande, logorante…astinenza…sì…crisi d’astinenza di te…ma il rischio lo corro…lo corro….lo batto…lo vinco…mi riprende e mi sbaraglia…….perchè non rispondi??????
Io non voglio più che un macigno mi schiacci…soffochi…ed ecco che arriva..ti porta via…subentra la pazzia..la gelosia…la voglia che qualcosa cambi…e non cambierà…..è un ciclo?interromperlo? Farlo protrarre nel tempo infinitamente? Si forse l’immortalità sarebbe un dono..o forse lo è la mortalità ed il suo ciclo vizioso….arrivi al capolinea…e bang…

sabato 11 aprile 2009

poesia # 1


Il mio sogno è nutrito d'abbandono, di rimpianto.
Non amo che le rose che non colsi.
Non amo che le cose che potevano essere e non sono state..
(da Cocotte- G. Gozzano)

La giornata dei superlativi: "quando gli -issimi finiscono per terminare in -oni"


Torno a casa da scuola e ripenso all'ultima ora di lezione, latino, interrogazione su Tacito, interrogati 3 miei compagni; inizia per primo M. che uno dietro l'altro sforna una serie infinita di superlativi, e io non riesco a far altro che rabbrividire.
" egregissimo...illustrissimo... celeberrimo" si susseguono ad una velocità sovraumana ed il prof li corregge tutti facendo notare che forse tutte quelle demarcazioni circa le grandi capacità di Tacito risultavano alquanto eccessive. Eppure io rimango attonita di fronte a tal vacuo uso di superlativi, sinceramente proprio a pelle non è che mi piacciano tanto, più che altro perchè sembra vi sia sempre la necessità di costruire dei contenitori di misura abnorme per contenere un qualcosa di minimo, come se per forza dovessimo ingigantire, rendere macro qualcosa di micro, e io non riesco a non correlare tutto ciò ad una persona che pur volendo apparire come un "titano" riesco solo a ridicolarizzarsi....indovinate chi?